SCOMPARSO IL NOSTRO FONDATORE E PRESIDENTE

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E’ morto Danilo Soli, grande giornalista ed esperto di musica, uomo raffinatamente colto ed appassionato amante della musica. Lo conobbi tanti anni fa quando ancora era a capo della redazione del Messaggero Veneto a Trieste. Soli scriveva di getto, senza correzioni, e il suo era un italiano alto, correttissimo e ricco. Andò in pensione quando i tempi cominciavano a cambiare, di lì a poco la redazione infatti chiuse. C’era nella società in atto una sorta di rivoluzione che mutò molto nella vita dei teatri, che frequentava da sempre, e anche nella qualità dei giornali, nel lavoro all’interno delle redazioni. Soli non si perse d’animo aveva molte passioni, tante idee da realizzare. In quel periodo il Teatro Verdi di Trieste, che dal 1950 organizzava il Festival internazionale dell’Operetta, ebbe momenti difficili. Danilo si adoperò affinché la crisi si risolvesse e quell’iniziativa, che portava tanto lustro e interesse verso la città, non avesse da subire conseguenze. Si attivò con tutte le istituzioni cittadini, fu l’artefice della fondazione dell’Associazione Internazionale dell’Operetta, che riuscì a traghettare risorse e finanziamenti al lirico cittadino, salvando finalmente il festival. A quel punto l’associazione era libera di svolgere un’intensa attività didattica e culturale, di cui per lunghi anni egli fu il principale motore. Sapeva che Trieste era famosa nel mondo, grazie a quel favoloso trio di cui era amico, Fulvio Gilleri, Gino Landi e Vito Molinari, che avevano avuto l’idea di mandare l’operetta triestina in mondovisione. Voleva una mostra storica che celebrasse i fasti di una città che, cresciuta all’ombra dell’impero, aveva visto tutti i massimi esponenti della piccola lirica danubiana soggiornare a Trieste. Era il 1994 e con l’amico Adriano Dugulin del Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” allestirono “Tu che m’hai preso il cuor- L’Operetta da Trieste all’Europa” la mostra storica che girò mezza Italia e che, rivista ed aggiornata, era poi approdata anche a Bruxelles, proprio nel cuore dell’Europa, come voleva lui. Quest’anno sarà ad Abbazia, sull’idea del cui festival, andato in scena tra il 1935 e 1938, era nato quello triestino. Anche negli ultimi mesi aveva seguito con interesse l’evolversi di questo nuovo allestimento, sapeva che la difficoltà di muoversi gli avrebbero impedito di esserci, ma la curiosità e la passione non si erano spenti. Mi chiese se avessi scoperto in che luogo si erano svolti gli spettacoli in quegli anni prima della guerra. Aveva fatto molte ricerche senza successo. Quando gli dissi della Villa Angiolina e del fatto che proprio lì in quel parco sul mare avremmo allestito la nostra mostra fu felice; un cerchio che si chiudeva, un tassello della storia che tornava al suo posto. Presidente dell’Associazione per lunghi dieci anni, ne era diventato poi presidente onorario. Il suo parere era sempre un vincolo forte per l’associazione.

Per lungo tempo si era rifiutato di usare il computer ed internet, con quella ritrosia naturale delle persone in età, spaventate di non essere in grado di imparare cose nuove. E invece con Yuotube scoprì un nuovo mondo, poté vedere tantissimo materiale di registrazioni musicali storiche, fare ricerche sugli artisti che amava. Era stato Soli infatti negli anni ’90  a rispolverare il Premio Internazionale dell’Operetta che aveva permesso di portare a Trieste personaggi del calibro di Marcel Prawy, Raina Kabaivanska, Marta Eggert , Pietro Garinei, Johnny Dorelli, Paolo Limiti, Tim Rice e tantissimi altri ancora. Del musical diceva che era il naturale prosecutore dell’operetta e aveva così voluto fondare il Premio Sandro Massimini, in memoria dell’artista scomparso, da assegnare ai giovani emergenti.

Quando cominciai a scrivere per questo giornale (La Voce del Popolo), mi affidavo frequentemente al suo parere, per me era stato un insegnante straordinario che mi aveva incoraggiato a proseguire. Fino all’ultimo aveva continuato a scrivere per molte riviste culturali, tra cui “Incontri Italia-Austria”, innamorato com’era della storia di queste nostre terre. Era stato presidente dell’Assostampa regionale e ne era infine diventato presidente onorario.

Rossana Poletti

(articolo pubblicato sulla Voce del Popolo del 24 marzo 2015)