Premio Internazionale dell’Operetta a RENE’ KOLLO
Il Consiglio Direttivo dell’Associazione Internazionale dell’Operetta, presieduto da Marisa Lorenzon Pallini e composto da Danilo Soli (presidente onorario), Stefano Curti (vicepresidente), Umberto Bosazzi, Giorgio Cossutti, Angela Forlani e Romolo Gessi, costituitosi in commissione giudicatrice, dopo aver consultato ulteriori noti esperti del teatro musicale, ha deciso all’unanimità di assegnare il Premio Internazionale dell’Operetta – XXVII edizione al tenore tedesco Renè Kollo, straordinario interprete dell’operetta e celeberrimo tenore eroico wagneriano.
Il Premio Internazionale dell’Operetta va quindi a René Kollo, una smagliante, grande voce, la quale conserva a 77 anni tutto il fascino del poderoso Helden-Tenor, consacrato dai memorabili successi, da Beyreuth al resto del mondo, nei panni dei mitici eroi wagneriani, da Lohengrin a Parsifal. Con il Lohengrin approdò al Metropolitan di New York, diretto da James Levine. Indimenticabile restano le sua straordinarie interpretazioni solistiche nella Nona Sinfonia di Beethoven, diretta da Leonard Bernstein, con i Wiener Philharmoniker, e nel repertorio sinfonico di Mahler, ancora con i Wiener e Bernstein e con la Chicago Symphony e Georg Solti, immortalate su Cd e Dvd. Non trascurò di interpretare repertori diversi: lo ritroviamo infatti Florestano nel Fidelio, nel Peter Grimes di Benjamin Britten e nell’Otello di Verdi, per citarne solo alcuni. Kollo diede poi vita, in esecuzioni magistrali, dalle incisioni alle pellicole, a una galleria di romantici personaggi dei compositori danubiani d’operetta, dove emerse anche il suo grande carisma interpretativo. Basterà ricordare la Vienna di Strauss con un’affascinante interpretazione di Wiener Blut, l’Ungheria di Imre Kalman, resa con soave baldanza nei panni del conte Tassilo in Contessa Mariza, l’arcano fascino della Principessa della Csardas, in cui è il Principe Edvino, protagonista maschile accanto al soprano Anna Moffo, indimenticabile Silva Varescu, e l’eclettico Franz Lehár della Vedova Allegra, registrata tra l’altro con Herbert von Karajan e i Berliner Philharmoniker, nella quale Kollo è l’applaudito interprete del conte Danilo, e del languido principe cinese del Paese del Sorriso, al quale René donò struggente trasporto. Ha registrato per le più importanti case discografiche (Deutsche Grammophone, Decca, Emi, CBS) collaborando con i più celebri direttori d’orchestra, a cui si aggiungono ai già citati Carlos Kleiber, Erich Leinsdorf e Wolfgang Sawallisch, nei principali teatri del mondo. Il premio va al degno rappresentante di una gloriosa dinastia, quella dei Kollodzieyski – Kollo, seconda soltanto agli Strauss, che ha onorato con tre grandi nomi, quali Walter, Willi e René, l’operetta berlinese. Walter Kollo (1878-1940) è stato infatti il creatore di fantasiose operette dalla musica trascinante e doviziosa, di cui troviamo traccia all’inizio del secolo anche a Trieste (Drei Alte Schachtel). Affascinante la sua Wie Einst in Mai, che passò l’oceano e fu anche la base di un capolavoro di Romberg; la ritroviamo anche in un adattamento degli anni 40 e in un garbato film anni 60, in rielaborazioni argute e pregnanti del figlio Willi (1904-1988), che partecipò anche al vistoso successo di Marietta. Poliedrico in tutti i settori, come librettista ed editore, Willi ha pure molteplici meriti, ma certo il maggiore è quello di aver coronato la dinastia, istillando l’amore per la musica nel figlio René che qui festeggiamo.