COME AVESSE LE ALI DI UN ANGELO

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Come avesse le ali di un angelo

Salite e vita di Emilio Comici

Mercoledì 21 ottobre alle 18, in piazza Verdi, per iniziativa dell’Associazione internazionale dell’Operetta e del CAI XXX Ottobre, verrà rappresentato Come avesse le ali di un angelo, azione scenica che ricorda gli 80 anni dalla scomparsa di Emilio Comici, nell’ambito della manifestazione Trieste Estate…d’autunno 2020, organizzata dal Comune di Trieste.

La narrazione ne percorre la parabola umana e alpinistica su testi di Luciano Santin, in gran parte legati agli scritti di e su Comici, ed è interpretata da Marzia Postogna, Francesco Godina e Cristina Santin. Tra i fondatori della XXX Ottobre, che lo portò negli abissi carsici (dove nel 1926 stabilì il record di profondità), Comici passò poi alla montagna, cui finì con il dedicare tutta l’esistenza. 

Abbandonato il posto ai Magazzini Generali, abbracciò la professione di guida, e, nell’inverno, di maestro di sci, ma con risultati economici modesti. Proprio le sue grandi imprese, come la Nord alla Grande di Lavaredo, poi ripetuta in meno di quattro ore in libera, o la NW della Civetta (allora keine Brot fur Italiener), gli attirarono rivalità e invidie. Le altre guide infatti, dicevano ai possibili clienti che il legarsi a lui rappresentava un azzardo. Comici, che nel 1929 diede vita in Val Rosandra alla prima scuola di roccia riconosciuta dal CAI, coltivò anche la pratica musicale: fu un discreto pianista dilettante che si misurò con Bach, Mozart e Liszt, anche se certe pagine, diceva, per lui erano più difficili di un VI grado.  Malgrado il lustro assicurato alla nazione, Comici non entrò nelle grazie del regime. Ebbe solo alla memoria la medaglia al merito distribuita ad altre glorie sportive e alpinistiche, anche di minor caratura, e fu radiato dal CAAI causa la sua patente di guida. Forse contribuirono l’amicizia e la frequentazione di rocciatori sloveni e il fatto di arrampicare con alpinisti ebrei (come Osiride Brovedani), anche dopo la promulgazione delle leggi razziali. Grazie all’intervento del sottosegretario all’interno Buffarini Guidi, ammirato da una sua esibizione, gli venne poi conferito l’incarico di commissario prefettizio di Selva di Val Gardena. Lì, in Val Lunga, pochi mesi dopo, avrebbe perduto la vita causa la rottura di un cordino marcio, cui si era appeso per dare indicazioni a una ragazza che stava facendo scuola d’arrampicata.