Nella sede della Provincia di Trieste è stato illustrato questa mattina il sondaggio “Trieste capitale dell’operetta” eseguito per conto dell’Associazione Internazionale dell’Operetta di Trieste dalla società Alan Normann Comunicazione srl. Presenti all’incontro il presidente della Provincia di Trieste Maria Teresa Bassa Poropat, il presidente dell’Associazione Claudio Grizon e il suo presidente onorario Danilo Soli.
“Quest’estate abbiamo dato incarico alla Alan Normann Comunicazione srl – ha detto Claudio Grizon nella conferenza stampa, indetta per presentare il sondaggio “Trieste capitale dell’operetta”- di effettuare un’indagine demoscopica a Trieste, al fine di capire quale fosse la risposta dell’opinione pubblica a un sempre minor impegno, o meglio a un calo della programmazione operettistica, anche a seguito della grave crisi finanziaria che colpisce i teatri lirici in Italia, sorte non risparmiata a quello triestino.”
E’ evidente che la responsabilità non può ricadere soltanto sul Verdi, ma va ricercata più in generale nella mancata strategia dei tanti enti pubblici cittadini impegnati sul versante culturale. Si assiste sempre più alla frammentazione, alla ricerca di nuove formule, ognuno per sé, per la propria gloria, perdendo di vista l’esigenza di un fronte comune per salvaguardare una delle istituzioni che ancora oggi, il festival internazionale dell’operetta, nonostante sia ridotto ad un lumicino, rappresenta una delle maggiori fonti di richiamo da fuori città e dall’estero. Un’iniziativa per la quale Trieste è famosa in tutto il mondo e che, se fatta una doverosa congiunzione con quello che è diventato ormai il musical al Rossetti, basterebbero da soli a rilanciare l’immagine culturale e turistica della città, senza il bisogno di scimmiottare miriadi di altre iniziative che non sono nient’altro che piccole copie di quanto già altri fanno in Italia.
“Il sondaggio – ha detto sempre Grizon – evidenzia un permanere di forte apprezzamento da parte dell’opinione pubblica per il genere della piccola lirica, affianco ad una grande partecipazione di pubblico”.
Sorprenderà, entrando nel dettaglio delle cifre, che il 66 per cento degli intervistati considera l’operetta un genere apprezzato da tutte le generazioni. Il 65 per cento inoltre assolve alla grande le istituzioni nello svolgimento del loro compito di valorizzazione della cultura musicale, quando solo un 3,5 per cento ritiene la loro funzione insufficiente. Su per giù la stessa opinione vale per il Teatro Verdi, nei confronti del festival dell’operetta. La quasi totalità degli intervistati vede di buon occhio la realizzazione di un ente gestore del festival, frutto di una consorziazione di enti pubblici e privati, in grado di affrontare la crisi e rilanciare l’evento dell’estate triestina.
Giova ricordare che la percentuale di persone che ha risposto di conoscere l’attività dell’Associazione Internazionale dell’Operetta è del 88,5 per cento degli intervistati, il 76 per cento dei giovani tra i 18 e 34 anni, il 90 per cento nella fascia 35-44, con un picco del 96 per cento tra i 45-54, a sfatare l’idea che l’operetta sia nota ed apprezzata solo tra pochi vecchi. Una platea di persone che ricordano bene (49 per cento) il Premio Internazionale dell’Operetta, ma che non disdegna anche tutte le altre iniziative promosse dall’Associazione.
“Dal sondaggio – ha concluso Grizon _ emerge pure quanto sia stata considerata felice la scelta del Castello di Miramare, negli ultimi anni, anche se da addetti ai lavori siamo perfettamente consapevoli di quanto sia ardua la programmazione operettistica all’aperto, sin dai tempi del Castello di San Giusto. E quindi la scelta di uno spazio come il Teatro Rossetti, più capiente e di miglior visibilità, indicato soltanto dal 4,5 per cento degli intervistati, potrebbe essere invece la sede ottimale”.