Bastione Rotondo
Castello di San Giusto ore 21
8 agosto 2018
TUTTO FU AMBITO, E TUTTO FU TENTATO
Prodotto dall’Associazione dell’Operetta FVG con la collaborazione del Comune di Trieste, inserito nel cartellone di Triestestate 2018, spettacolo teatral-musicale dedicato alla figura di D’Annunzio attraverso i fatti della prima guerra mondiale
A ottant’anni dalla morte, il giudizio su Gabriele D’Annunzio rimane controverso. Considerato minore, e “dilettante di sensazioni”, da Benedetto Croce, verrà liquidato da Giorgio Manganelli come un poeta cui “non interessa trasmettere alcunché, vuole solo costruire delle strutture e per costruire saccheggia la totalità del vocabolario italiano”.
Per altri invece il letterato fu “divino”, ma nella valutazione gioca la sua sovraesposizione nella Grande guerra. Anche sulla sua partecipazione a quest’ultima, però, i pareri non collimano. Il “Comandante” fu abilissimo a trasformare in grandi successi militari o morali fallimenti o episodi senza esito, come l’attacco a quota 28 di Duino, o la “beffa di Buccari”.
«Falso esteta» che «nausea i nostri soldati» scrisse Ungaretti, affondando nel fango e nel sangue del Carso. Un’«eterna modella che fa le moine, in ginocchio dinanzi ai feretri, col lembo della bandiera in mano… dinanzi al fotografo sempre immancabile».
Pure, l’efficacia delle sua doti comunicative (e prima di tutto autopromozionali) venne riconosciuta dagli alleati dell’Intesa e dai nemici degli Imperi centrali.
La “Repubblica del Carnaro” rappresenta poi forse il massimo della contraddittoria esaltazione dell’Imaginifico, che arriverà a dichiararsi comunista, apprestando un corredo terminologico e simbolico che sarà fatto proprio dal fascismo.
Tutto fu ambito, e tutto fu tentato illustra la figura di Gabriele D’Annunzio mettendone a fuoco tre caratteristiche e tre momenti: appunto la straordinaria capacità comunicativa e l’autocostruzione dell’immagine, l’invasamento per la guerra e l’eccidio di quota 28 in cui morì Giovanni Randaccio, e il tumultuante laboratorio di modernità costituito dalla Repubblica del Carnaro.
Il protagonista, interpretato da Massimo Somaglino (molto somigliante a D’Annunzio), si esprime quasi esclusivamente attraverso discorsi, lettere o poemi; a fare da contraltare è una donna, interpretata da Marzia Postogna, l’epitome di tutte le compagne o amanti avute da D’Annunzio, e che in una prospettiva obliqua e a volte ironica fruga tra le ombre annidate dietro la fama e la gloria.
La narrazione è scandita da più interventi musicali su brani di Arona, Bredova, Graziani-Walter, Pizzetti, Respighi, Satie, Tosti, Visnoviz, Wolf Ferrari, interpretati dal soprano Veronica Vascotto e dalla pianista Cristina Santin.
Interpreti
Massimo SOMAGLINO Attore, autore e regista, ha lavorato per il teatro, la Rai e la produzione filmica della Regione FVG. Ha al suo attivo molti spot pubblicitari locali e nazionali, tutorial e doppiaggi. Ha realizzato la versione italiana delle nuove audio-guide di Palazzo Marino per Expo di Milano. Tiene reading e letture dal vivo in varie occasioni.
Marzia POSTOGNA Attrice e cantante, laureata in discipline dello spettacolo, collabora prevalentemente con La Contrada, oltre che con lo Stabile del Friuli Venezia Giulia e il Lirico “Giuseppe Verdi” per gli allestimenti operettistici. Ha preso parte a trasmissioni, sceneggiati e fiction con la Rai. E’ insegnante presso l’Accademia Teatrale Città di Trieste.
Veronica VASCOTTO Soprano con un repertorio dal barocco alla musica contemporanea, ha sostenuto concerti in Europa e Cina, interpretato parti operistiche al “Verdi” di Trieste e in altri teatri lirici, eseguendo “prime” assolute e incidendo per varie etichette. Docente di canto e tecnica vocale presso la Cappella Civica di Trieste, ha da poco concluso il corso di Alta Formazione in Vocologia Artistica all’Università di Bologna.
Cristina SANTIN Perfezionata alla Musikhochschule di Monaco e premiata in concorsi nazionali e internazionali, si è esibita in Italia, Europa e U.S.A., registrando per emittenti nazionali ed estere. Nel 2017 ha inaugurato la stagione della “Società dei concerti” di Trieste, in duo con il violinista cinese Ziyu He. E’ docente di piano per l’Università Popolare di Trieste e l’UWCA.