Il Premio Internazionale dell’Operetta
– XXVI edizione –
a Max Renè Cosotti
e il Premio Nazionale Sandro Massimini
– XIV edizione –
a Mirko Ranù
Durante il Gala dell’Operetta e del Musical in scena al Politeama Rossetti lunedì 16 dicembre prossimo, saranno consegnati due importanti riconoscimenti: il Premio Internazionale dell’Operetta – XXVI edizione – a Max Renè Cosotti e il Premio Nazionale Sandro Massimini a Mirko Ranù. Umberto Bosazzi, che presenterà il Gala sarà anche il cerimoniere della consegna dei premi ai due artisti che, nel corso del concerto, avranno modo di allietare il pubblico con alcuni brani del loro repertorio.
A far ricadere la scelta su Max Renè Cosotti, per l’assegnazione del premio organizzato dall’Associazione Internazionale dell’Operetta, è stato lo strepitoso caleidoscopio di personaggi deliziosi, da lui interpretati al festival triestino dell’operetta e in tante altre città italiane, che messi accanto alla grande esperienza e ai tanti successi nell’opera lirica hanno contribuito a definire un grande artista, che ha scelto di vivere a Trieste, anche per il grande affetto che la città gli riserva, assieme alla moglie Daniela Mazzucato già premiata alcuni anni fa.
Una carriera davvero luminosa quella di Cosotti. Dopo l’esordio tra i Cadetti della Scala e la brillante vittoria al concorso Aslico, come non ricordare il ’75, quando Menotti lo vuole a inaugurare nel Don Pasquale il Festival dei Due Mondi, le trecento recite di Falstaff, opera con cui conquista Glyndebourne, assieme al Ritorno di Ulisse e all’Amore delle Tre Melarance, e la Sonnambula a Napoli con la Gruberova ? Ciliegina sulla torta nel ‘92 il Premio Abbiati per l’eccezionale prestazione nel Compleanno dell’Infanta di Zemlinsky a Trieste e Roma, quando nella parte del Nano deve cantare sulle ginocchia, liricamente ardente e intonato, come sempre. A Glyndebourne è quasi un’istituzione estiva, quando nell‘82 Fulvio Gilleri, il Patron del Festival dell’Operetta, dopo uno splendido Don Pasquale, lo convince a rinunciare all’impegno britannico e ad accettare a Trieste la parte di protagonista ne La Danza delle Libellule. E’ il trionfo, accanto a Daniela Mazzucato e ad Aurora Banfi, entrambe future Premio Operetta.
Ma venendo all’Operetta basterà ricordare, dopo le Libellule, le tante acclamate recite a Trieste, tra Verdi e Rossetti, di Madame di Tebe nell’83, di Baiadera (Principe Radjani da antologia) nell’85 e 86, Pipistrello nell’87, Vedova allegra nell’88, Zingaro Barone nell’89, Boccaccio (spassoso bottaio) nel ’91 , Parata di Primavera nel ’92 e ancora Sissi nel ’96 (seducente conte Andrassy), Duchessa di Chicago e Orfeo all’Inferno (memorabile Plutone) nel 2003, Cavallino Bianco nel 2004, Vedova Allegra (con la Cedolins e Daniela) nel 2005, fino a Una Notte a Venezia nel 2011 al Castello di San Giusto. E ancora Eva a Napoli, Barbablù a Bologna e Reggio Emilia, Cincilà a Palermo, Orfeo all’Inferno a Venezia, Palermo, Napoli, Torino e Novara, Baiadera a Messina, Pipistrello a Venezia, Palermo e Lugano, Vedova Allegra a Napoli, Roma, Venezia, Verona, Cagliari, Genova, Palermo, Salerno e Bologna, nonché gli atti unici di Offenbach a Roma.
Sul fronte dei giovani, la scelta per il Premio Massimini non poteva che ricadere su Mirko Ranù, il quale ha già raggiunto a 26 anni una felice sintesi di canto, danza e recitazione, dimostrando estro e fantasia e completando così, accanto ad Antonello Angiolillo e a Simone Leonardi, la triade degli irresistibili interpreti del musical Priscilla, la Regina del Deserto, campione di incassi, ora tutti insigniti del Massimini.
Nel 2009 Ranù è scelto per il ruolo di Danny Zuko nella tredicesima edizione di Grease, l’elettrizzante spettacolo con la Compagnia della Rancia. Nel 2010 diventa performer nello spettacolo inedito Sindrome da Musical di Lena Biolcati. Altro traguardo, la tournèe nazionale 2010-11 di Flashdance, dove il regista Federico Bellone lo vuole nell’ensemble e gli fa vestire i panni del perfido Cc La Drue: è la definitiva affermazione di un personaggio estroso e multiforme, che viene premiato con la parte di Adam/Felicia in Priscilla, la Regina del Deserto, realizzando il suo più grande sogno d’attore. E non va dimenticata l’affermazione di Ranù anche a Canale 5, come ospite fisso della trasmissione Avanti un Altro di Paolo Bonolis.
Il Massimini è un premio che ora va per lo più al Musical, ma che non dimentica come Manuel Frattini e lo stesso Angiolillo siano stati chiamati anche dal Festival triestino dell’Operetta, facendosi molto onore. Ranù è oggi una stella della commedia musicale, temprato da una carriera impegnativa, dove ha applicato la sua filosofia: lasciare che le cose accadano e fare tesoro delle porte in faccia. Ma certamente ora il Premio Massimini è una porta spalancata e luminosa.
L’Associazione Internazionale dell’Operetta, impegnata oggi più che mai a mantenere vivo l’interesse e l’amore per l’operetta, il musical e la commedia musicale sia a Trieste che in ambito nazionale, conclude con la consegna dei premi e con il Gala dell’Operetta e del Musical, realizzato con la collaborazione del Teatro Stabile Friuli Venezia Giulia e la Fondazione Teatro lirico Giuseppe Verdi, dell’Associazione Musicale Aurora Ensemble, con il contributo di Regione e Camera di Commercio, quest’anno così intenso di attività e di concerti d’operetta. L’Orchestra Filarmonica del Teatro Verdi diretta da Romolo Gessi sarà protagonista della serata, assieme ai beniamini della piccola lirica Daniela Mazzucato, Max Renè Cosotti, Andrea Binetti, Ilaria Zanetti e gli acclamati interpreti di musical Mirko Ranù, Stefania Seculin e Gianluca Sticotti, in un affascinante percorso musicale, attraverso celebri melodie del repertorio operettistico, con brani di Johann Strauss, Franz Lehár e Imre Kálmán, arie e duetti tratti da Lo Zingaro Barone, La Contessa Mariza, Una Notte a Venezia e Il Paese del Sorriso, per concludere con un omaggio al mondo del musical, passando dallo swing di Glenn Miller alle atmosfere incisive e vibranti delle composizioni di Sylvester Levay, già Premio Internazionale dell’Operetta 2012, con brani da Rebecca ed Elisabeth. Non mancheranno i riferimenti musicali al periodo natalizio con Christmas Lullaby di Ann Hampton Callaway, che fu un grande successo di Barbra Straisand, e il tradizionale medley natalizio A Christmas Festival di Leroy Anderson.
Motivazioni dei Premi
Il Premio Internazionale dell’Operetta a Max Renè Cosotti
Il Consiglio Direttivo dell’Associazione Internazionale dell’Operetta, presieduto da Claudio Grizon e composto da Danilo Soli (presidente onorario), Stefano Curti (vicepresidente), Umberto Bosazzi, Giuseppe Bressa, Giorgio Cesare, Paolo de Gavardo, Romolo Gessi e Massimo Romita, costituitosi in commissione giudicatrice, dopo aver consultato noti esperti del teatro musicale, ha deciso all’unanimità di assegnare il Premio Internazionale dell’Operetta – XXVI edizione al tenore piemontese Max Renè Cosotti, da trent’anni impareggiabile interprete dell’operetta, acclamato per lo stile impeccabile di canto, la voce magicamente flautata, l’estrosa e coinvolgente arte scenica. Nato a Varallo Sesia nel Vercellese, Cosotti può dire di aver sempre cantato, ricercato per matrimoni e spettacolini di paese, finché il padre non gli fa prendere una decisione. Eccolo allora al Conservatorio di Milano, dove vince il concorso Aslico ed entra tra i famosi Cadetti della Scala. Debutto nel ’70 a Brescia nel Rigoletto e inizio di un’esaltante carriera che lo porta in tutto il mondo, nei maggiori teatri e festival, a Venezia, Napoli, Trieste, Torino, Roma, Palermo, Verona, Cagliari, Firenze, Toulouse, Tel Aviv, Salisburgo e Glyndebourne, da Cleveland a Lucerna, Berlino, New York, Parma e Bari. Come non ricordare il ’75, quando Menotti lo vuole a inaugurare nel Don Pasquale il Festival dei Due Mondi, le trecento recite di Falstaff, opera con cui conquista Glyndebourne, assieme al Ritorno di Ulisse e all’Amore delle Tre Melarance, e la Sonnambula a Napoli con la Gruberova? Ciliegina sulla torta nel ‘92 il Premio Abbiati per l’eccezionale prestazione nel Compleanno dell’Infanta di Zemlinsky a Trieste e Roma, quando nella parte del Nano deve cantare sulle ginocchia, liricamente ardente e intonato, come sempre. A Glyndebourne è quasi un’istituzione estiva, quando nell‘82 Fulvio Gilleri, il Patron del Festival dell’Operetta, dopo uno splendido Don Pasquale, lo convince a rinunciare all’impegno britannico e ad accettare a Trieste la parte di protagonista ne La Danza delle Libellule. E’ il trionfo, accanto a Daniela Mazzucato e ad Aurora Banfi, entrambe future Premio Operetta.
Romantica e appassionante, la storia dell’amore con Daniela, coronata dal matrimonio, meriterebbe un lungo capitolo a parte, iniziando con la scintilla, scattata con i Quattro Rusteghi, ma non è questo il momento per raccontarla. Essa continua felicemente, grazie anche alla figlia Miriam, ed è curioso che gli impegni nell’Opera, da una parte all’altra del mondo, tendano quasi sempre a dividerla, mentre l’Operetta brillantemente via via la riattacca, sia con gli spettacoli, sia con i fortunati collages dedicati alla piccola lirica, dall’indimenticabile Sandro Massimini all’esuberante Andrea Binetti, da Operetta, Operetta ! a L’Amore è un Treno, fino a Operetta Eterno Amore, ora con la dinamica guida del maestro Romolo Gessi. Quanto mai arduo addentrarsi nel repertorio di Cosotti, oltre 120 ruoli, sempre resi con garbo estremo e grande professionalità, tra cui Rigoletto, Amico Fritz, Don Pasquale, Sonnambula, Bohème, Gianni Schicchi, Pagliacci, Angelique, Onieghin, Pescatori di Perle, Elisir d’Amore, Quattro Rusteghi, Werther, Manon, Matrimonio segreto, Barbiere, Cenerentola, Falstaff, Turco in Italia, Dinorah, Flauto Magico, Così fan tutte, Lakmè e Arianna a Nasso. Un pensiero particolare al Campiello, da Trieste a Tokio, anche perché Max, come Daniela, lo lega al ricordo di Giusy Devinu. Ma venendo all’Operetta, che oggi l’incorona, basterà ricordare, dopo le Libellule, le tante acclamate recite a Trieste, tra Verdi e Rossetti, di Madame di Tebe nell’83, di Baiadera (Principe Radjani da antologia) nell’85 e 86, Pipistrello nell’87, Vedova allegra nell’88, Zingaro Barone nell’89, Boccaccio (spassoso bottaio) nel ’91 , Parata di Primavera nel ’92 e ancora Sissi nel ’96 (seducente conte Andrassy), Duchessa di Chicago e Orfeo all’Inferno (memorabile Plutone) nel 2003, Cavallino Bianco nel 2004, Vedova Allegra (con la Cedolins e Daniela) nel 2005, fino a Una Notte a Venezia nel 2011 al Castello di San Giusto. E ancora Eva a Napoli, Barbablù a Bologna e Reggio Emilia, Cincilà a Palermo, Orfeo all’Inferno a Venezia, Palermo, Napoli, Torino e Novara, Baiadera a Messina, Pipistrello a Venezia, Palermo e Lugano, Vedova Allegra a Napoli, Roma, Venezia, Verona, Cagliari, Genova, Palermo, Salerno e Bologna, nonché atti unici di Offenbach a Roma. E’ uno strepitoso caleidoscopio di personaggi deliziosi, che gli permettono, assieme alla moglie, di tenere corsi di interpretazione e che hanno avuto già molti riconoscimenti. A essi ora si aggiunge questo premio, quale viatico per altri successi, che il tenore piemontese, ormai di casa a Trieste, avrà assieme alla spumeggiante Daniela, circondato dall’affetto dei tantissimi amici e dalle 500 medaglie d’oro conquistate nel gioco delle bocce, del quale è uno sfegatato cultore.
Il Premio Nazionale Sandro Massimini a Mirko Ranù
La Commissione giudicatrice del Premio Nazionale “Sandro Massimini”, presieduta dall’Assessore alla Cultura della Regione Friuli Venezia Giulia, Gianni Torrenti, e composta da Umberto Bosazzi, Stefano Curti, Claudio Grizon, Gino Landi, Stefano Maccarini, Andrea Merli, Giovanni Maria Monti, Elio Pandolfi e Danilo Soli, ha deliberato all’unanimità di assegnare il riconoscimento per il 2012, quattordicesima edizione, all’ attore romano Mirko Ranù, il quale ha già raggiunto a 26 anni una felice sintesi di canto, danza e recitazione, dimostrando estro e fantasia e completando, accanto ad Antonello Angiolillo e a Simone Leonardi, la triade degli irresistibili interpreti del musical Priscilla, la Regina del Deserto, campione di incassi, ora tutti insigniti del Massimini.
Ranù comincia la formazione a 12 anni alla scuola Idea Danza e poi al Csm di Franco Miseria e allo Ials di Roma. Il suo maestro è Marcello Sindici e danza e ginnastica sono la sua base, ma egli approfondisce subito la passione per il musical con lo studio del canto e della recitazione. Il giorno del suo compleanno, a 19 anni, debutta in Gian Burrasca-Il musical nel ruolo di Gigino Balestra e poi interpreta lo studente, asprirante attore, Nick Piazza, in Fame-Saranno Famosi per ben quattro stagioni. In quella 2007-08 è ballerino in Profondo Rosso – Il musical, sotto la supervisione artistica di Dario Argento, regista del film , mentre nella 2008-09 è ballerino e cantante nella commedia musicale Facciamo l’Amore – Let’s Make Love con Gianluca Guidi, Lorenza Mario ed Enzo Garinei, con i quali arriva al Teatro Sistina di Roma.
A soli 21 anni, nel 2009, Ranù è scelto per il ruolo di Danny Zuko nella tredicesima edizione di Grease, l’elettrizzante spettacolo di Jacobs e Casey con la Compagnia della Rancia di Saverio Marconi, il musical che lo aveva spinto sulle scene, guardandolo alla TV , e che ora lo vede imporsi, a fianco di Serena Carradori. Arriviamo così all’estate del 2010, quando Ranù diventa performer nello spettacolo inedito Sindrome da Musical di Lena Biolcati, protagonista il vulcanico Manuel Frattini. Altro traguardo, la tournèe nazionale 2010-11 di Flashdance, prodotto da Stage Entertainment, dove il regista Federico Bellone lo vuole nell’ensemble e gli fa vestire i panni del perfido Cc La Drue: è la definitiva affermazione di un personaggio estroso e multiforme, che viene premiato con la parte di Adam/Felicia in Priscilla, la Regina del Deserto, realizzando il suo più grande sogno d’attore. E non va dimenticata l’affermazione di Ranù anche a Canale 5, come ospite fisso della trasmissione Avanti un Altro di Paolo Bonolis.
Il successo clamoroso di Priscilla, testimoniato anche dalle acclamate recite al Politeama Rossetti, è stato senza dubbio determinante per indicare in Ranù il nuovo Premio Massimini, dopo Simone Leonardi, e accanto ad Antonello Angiolillo, che fu tra i primi a riceverlo. E’ un premio che ora va per lo più al Musical, ma che non dimentica come Manuel Frattini e lo stesso Angiolillo siano stati chiamati anche dal Festival triestino dell’Operetta, facendosi molto onore. Non è certo questo il momento per parlarne, soprattutto perché Ranù è già una stella della commedia musicale, temprato da una carriera impegnativa, dove ha applicato la sua filosofia: Lasciare che le cose accadano e fare tesoro delle porte in faccia. Ma certamente ora il Premio Massimini è una porta spalancata e luminosa.