Premio Internazionale dell’Operetta ad Ariella Reggio
Il Consiglio Direttivo dell’Associazione Internazionale dell’Operetta, presieduto da Claudio Grizon e composto da Danilo Soli (presidente onorario), Stefano Curti (vicepresidente), Umberto Bosazzi, Giorgio Cesare, Andrea De Col , Paolo de Gavardo, Romolo Gessi e Massimo Romita, costituitosi in commissione giudicatrice, dopo aver consultato noti esperti del teatro musicale, ha deciso all’unanimità di assegnare il Premio Internazionale dell’Operetta – XXIV edizione all’attrice triestina Ariella Reggio, quale interprete inimitabile per brio e comunicativa di tanti personaggi del mondo dello spettacolo, dalla prosa alla rivista, dal cinema alla televisione, ma anche dell’operetta, dove è emersa in diversi Festival del Teatro Verdi giuliano. Basterà ricordare la sua godibile interpretazione di Donna Pasqua, un acclamato Zanetto Pesamenole in gonnella, nel “Cavallino Bianco” del 2004. Senza dimenticare che nel 2009 la Reggio è stata la Duchessa di Krakenthorp nella “Figlia del Reggimento” di Donizetti, inconsueta presenza nella lirica, dove, fatto senza precedenti, è stata applaudita al suo apparire in scena. L’ attrice è stata inoltre, nelle edizioni che si sono susseguite al Verdi e al Rossetti, Silviana nel 1980 e Olga nel 1988 nella “Vedova allegra” di Lehár, la portinaia nella “Casa delle tre ragazze” di Berthè , due volte la Contessa Klothilde in “Parata di primavera” di Stolz , Pomerania nel “Paese dei campanelli” di Ranzato e due volte la Principessa di Kuddenstein in “Contessa Mariza” di Kálmán, diretta da registi come Gino Landi, Massimo Scaglione e Filippo Crivelli. Anche nel 2011, del resto, quando c’era da scegliere la voce narrante per un’esecuzione di “Pierino e il Lupo” di Sergeij Prokofiev, il Teatro Verdi non ha esitato: quella di Ariella Reggio.
Nata a Trieste, Ariella Reggio frequenta la Scuola di recitazione Silvio D’Amico, annessa al Teatro Nuovo, diretto da Sergio d’Osmo, ed entra nella compagnia di prosa della Rai, diretta da Ugo Amodeo. Nel 1961 viene scritturata dal Teatro stabile del Friuli Venezia Giulia per le recite di “Arlecchino servitor di due padroni” di Goldoni e da allora fa parte per diversi anni della compagnia, partecipando a molti spettacoli, diretti da importanti registi, quali Maffioli, Costa, Poli, Bolchi, Bordon e Macedonio. Si trasferisce quindi a Londra, dove si ferma per alcuni anni partecipando a trasmissioni culturali della Bbc. Tornata in Italia lavora a Genova col Teatro della Tosse e partecipa nel ’70 a “Santa Giovanna dei Macelli”di Brecht col Piccolo Teatro di Milano diretto da Giorgio Strehler. Nel 1976, assieme a Orazio Bobbio, Lidia Braico e Francesco Macedonio, fonda a Trieste il Teatro Popolare La Contrada e da allora non si contano le sue presenze in testi, sia brillanti che drammatici, spesso in dialetto, con tanti registi di valore dallo stesso Macedonio ad Antonio Calenda, da Mario Licalsi a Patrick Rossi Gastaldi, conquistando con la sua arte squisita e accattivante il cuore dei triestini, di cui diventa l’attrice più amata. Memorabili alcuni monologhi di profonda e commossa umanità.
Non sono però da dimenticare alcune interpretazioni cinematografiche, per le regie, fra gli altri, di Bolchi, Lepre e Amalric, che la portano poi a partecipare al film “Si può fare” di Giulio Manfredonia e infine, a Roma, anche al nuovo film del grande Woody Allen, “The Bop Decameron”. Nelle ultime stagioni ottiene inoltre un lusinghiero successo personale nella prima edizione italiana del monologo “Mrs Rose” di Martin Sherman per la regia di Sabrina Morena e prende parte alla fortunata commedia “Ti ho sposato per allegria” di Natalia Ginzburg dello Stabile di Firenze, per il quale interpreta anche la figura di Meg nel “Compleanno” di Harold Pinter, spettacolo presentato pure al Quirino di Roma. Infine la televisione, con la significativa presenza in fiction e film di vasto successo, da “Crimini 2-Little Dream” a “Ris 3”, da “Rebecca la prima moglie” a “Il giorno più bello”, da “Eravamo quasi in cielo” al cortometraggio “Per Agnese”, per culminare con le gustose partecipazioni, come zia Sofia, alla fiction di eccezionale risonanza “Tutti pazzi per amore” con la regia di Riccardo Milani. Tutto ciò, naturalmente, senza interrompere la collaborazione con La Contrada, sua grande passione, e questo premio la unisce perciò all’affettuoso ricordo dell’indimenticabile Orazio Bobbio, altro straordinario artista, con il quale ha costituito un’entusiasmante coppia teatrale, in tante indimenticabili commedie e riviste, ma anche nei già citati Festival dell’Operetta.
Il riconoscimento ad Ariella Reggio assume dunque un duplice significato, quello di onorare un’attrice che non ha eguali per ammirevole dedizione, grande professionalità e irresistibile “morbin”, e insieme quello di infondere nuova fiducia a tutti coloro che credono, come noi, nei valori più autentici della buona musica, qual è senza dubbio la piccola lirica. Non potevamo quindi fare scelta migliore per aprire le celebrazioni dei primi vent’anni di attività; un’attività posta al servizio della salvaguardia, malgrado tutto e tutti, del bene Operetta. E in questo impegno Ariella Reggio, siatene certi, sarà sempre al nostro fianco.