Il XIX Premio Internazionale dell’Operetta è stato assegnato al direttore d’orchestra tedesco Caspar Richter, il quale da vent’anni è alla guida musicale delle Vereinigten Bühnen di Vienna, protagonista della via europea al musical e popolare anche a Trieste per aver diretto “Elisabeth” a Miramare con l’Orchestra del Teatro lirico “Giuseppe Verdi” e il Christmas viennese al Rossetti.
Nel 1994, rilanciando questa manifestazione, la scelta cadde per la prima volta su un direttore d’orchestra, il maestro novantenne Cesare Gallino, che negli anni ’50 era stato l’animatore dei Festival dell’Operetta al Castello di San Giusto; ora l’Associazione ritiene nuovamente che sia giunto il momento di premiare una bacchetta, simbolo di passione e di fiducia nell’avvenire della buona musica. E’ noto che diversi direttori hanno il merito di aver tenuto in vita i valori dell’Operetta, ma si è voluta rivolgere l’attenzione su un musicista completo, di rara competenza e versatilità, il quale, dopo essere emerso nel repertorio classico ad alto livello, ha saputo imprimere una marcia decisiva all’affermazione nella Mitteleuropa e nel mondo delle più originali e moderne forme di teatro, dal musical all’opera rock e pop, e cioè degli spettacoli più amati dal pubblico, in particolare quello giovane, come continuità della grande storia della musa leggera e perfino del melodramma. Nato a Lubecca, la città nordica delle ceramiche e di Thomas Mann, Richter ha suonato all’organo della chiesa e studiato alla Superiore di Musica di Amburgo, diventando poi assistente di Lorin Maazel alla Deutsche Oper di Berlino, maestro col quale più tardi si alternerà alla Staatsoper di Vienna. Fondamentale il suo lavoro per la riedizione delle operette di Offenbach, come la direzione dei Berliner Festspiele, dei Berliner Philarmoniker e dell’Orchestra radiofonica a Francoforte, Stoccarda e Amburgo. Lo attendono poi il tempio dell’Operetta, la Volksoper di Vienna, come direttore principale, i balletti di Nurejev e Neumeier a Parigi, Basilea e Amburgo, l’Estate di Innsbruck, la Brucknerfest di Linz e altre rassegne a Brno, Dresda, Praga, ecc. con tanta musica, la più varia e impegnativa: la “Mass” di Bernstein, la sinfonia di Zawinuls, Korngold e Mahler, fino alla rivista “Let’s pop”. Dall’87, come accennato, le Vereinigten Bühnen gli affidano tutte le produzioni di musical e opere rock all’An der Wien, al Raimund e al Ronacher. Si tratta di capolavori americani, quali “Il fantasma dell’Opera”, “Chicago”, “Jekil & Hyde” e “A chorus line”, e di creazioni francesi quali “Les Misérables” e il recente “Romeo & Julia”, ma anche di generi diversi dall’opera “Der Tulifant” di von Einem a “Freudiana”, fino a “Wake up”. I successi si moltiplicano e fanno ormai storia, ma, ribadiamo, merito precipuo di Richter, animatore di straordinaria comunicativa, è l’affermazione mondiale della via mitteleuropea al musical che può datarsi al 1992, quando va in scena a Vienna “Elisabeth”, l’opera audace e trasgressiva su Sissi e gli Asburgo di Sylvester Levay e Michael Kunze, che da allora trionfa in tutto il mondo, dal Giappone al Castello di Miramare, dove per due anni (2004 e 2005) conquista il pubblico di triestini e turisti, protagonista la splendida Maya Hakvoort. Caspar Richter diventa così anche un beniamino di Trieste, dove dirige pure un trascinante concerto di colonne sonore alla Tripcovich e il coinvolgente Musical Christmas from Vienna al Rossetti. Dopo Elisabeth, Richter tiene a battesimo nella capitale austriaca altre due creazioni di Levay e Kunze: l’intrigante “Mozart!” (1999) e ora “Rebecca”, giallo borghese ispirato al film di Hitchcock, che ha appena iniziato la sua felice navigazione.
E’ su personalità come Richter che si deve puntare per cercare, attraverso collaborazioni intelligenti e coraggiose tra paesi vicini di superare i pericoli di crisi e di dare nuova linfa al mondo dello spettacolo.