Il Premio Internazionale dell’Operetta – XXIV edizione – ad Ariella Reggio
“La grande amica del pubblico triestino, Ariella Reggio, in scena da almeno cinquant’anni nei ruoli più svariati, che ha appena concluso l’esperienza di Pierino e il lupo di Sergej Prokofiev con il Teatro Verdi, è la vincitrice del Premio Internazionale dell’Operetta, giunto alla XXIV edizione”.
L’annuncio ufficiale è stato dato oggi da Claudio Grizon, presidente dell’Associazione Internazionale dell’Operetta – Friuli Venezia Giulia, anche nella veste di presidente della Commissione Giudicatrice, costituita dal presidente onorario Danilo Soli, dal vice presidente Stefano Curti e dai componenti del consiglio direttivo nel salotto della Provincia di Trieste, alla presenza della presidente Maria Teresa Bassa Poropat.
“L’allegria, la verve, il brio o meglio il “morbin” di Ariella Reggio – ha sottolineato il presidente Claudio Grizon – messi accanto alla sua eccezionale esperienza di attrice a tutto tondo hanno fatto sì che si affermasse anche nell’operetta ed in particolare nei ruoli di caratterista”.
“Ariella è stata ed è per il teatro e per l’operetta – ha aggiunto Grizon – come lo spumante nella notte di Capodanno: frizzante, allegra, entusiasmante e irrinunciabile, una vera protagonista dello spettacolo ed una indiscussa beniamina del pubblico”.
“Forse più che in altre edizioni – ha rivelato con soddisfazione Grizon – la scelta del premio alla Reggio, è nata da una mia iniziale proposta accolta subito con convinzione ed entusiasmo da tutto il consiglio direttivo. Sapendo che l’avremmo consegnato agli inizi del 2012, anno in cui celebreremo i nostri primi vent’anni d’attività, ritenevo giusto che la consegna del Premio dovesse costituire un’occasione di festa anche per Trieste e per la regione, per cui Ariella Reggio è senz’altro il nome migliore che oltretutto mantiene alto il livello dei premiati”.
“Con il Premio ad Ariella Reggio abbiamo l’occasione di esprimere un riconoscimento anche ad Orazio Bobbio – ha ricordato con emozione Grizon – con cui Ariella per molti anni ha costituito un’invidiabile ed entusiasmante coppia artistica anche in occasione di numerose edizioni del Festival dell’Operetta. Orazio continua a vivere in noi ed il suo ricordo è sempre vivo: un uomo di teatro senza eguali, un vero istrione che ha dedicato tutta la sua vita all’amore per il teatro e per la sua città, che oggi con il Premio ad Ariella gli vuole dedicare ancora un meritato applauso”.
L’artistico bronzetto realizzato dell’indimenticato scultore muggesano Ugo Carà che, come da tradizione, rappresenta il Premio ed in cui si evoca il fascino della musa leggera, sarà consegnato alla Signora del teatro triestino nel corso di una manifestazione che l’Associazione organizzerà in primavera, nell’ambito delle celebrazioni per i venti anni d’attività dell’Associazione.
Dal 1980 Ariella Reggio è stata più volte protagonista nei festival dell’operetta cittadini. Tra tutte le occasione in cui si è cimentata sul palcoscenico della piccola lirica, basti ricordare la sua interpretazione nei panni di Donna Pasqua, un acclamato Zanetto Pesamenole in gonnella, nel Cavallino Bianco del 2004. Senza dimenticare che nel 2009 fu la Duchessa di Krakenthorp nelle recite della Figlia del Reggimento di Donizetti al Verdi, inconsueta presenza nella lirica, dove, cosa senza precedenti, fu applaudita al suo apparire in scena.
Sempre al Verdi fu Silviana, moglie di Bogdanovic, ne La Vedova allegra di Lehár nel 1980, Olga, moglie di Kromov, nel 1988 sempre nella Vedova. In Parata di primavera di Stolz rivesti il ruolo della contessa Klothilde nel 1992 al Rossetti e nel 1998 al Verdi. Portinaia ne La casa delle tre ragazze di Berthè – Schubert al Rossetti nel 1986, fu poi al Verdi ancora Pomerania nel 1997 ne Il Paese dei Campanelli di Ranzato, Principessa di Kuddenstein in Contessa Mariza di Kálmán nel 2000 e nel 2006. Una presenza costante, interrotta soltanto in questi ultimi anni due anni che, si spera, possa riprendere con forza in un festival rinvigorito dalla passione dei suoi interpreti più amati e dall’amore dal pubblico.
L’Associazione Internazionale dell’Operetta, impegnata oggi più che mai a mantenere vivo l’interesse e l’amore per l’operetta, il musical e la commedia musicale sia a Trieste che in ambito regionale e nazionale, s’appresta a celebrare il prossimo anno il ventesimo anno dalla sua fondazione: è sorta infatti nel 1992 su iniziativa della Regione Friuli Venezia Giulia, del Comune e della Provincia di Trieste.
Oggi, oltre alla Regione, annovera tra i suoi soci la Provincia di Pordenone, il Comune di Duino Aurisina, il Teatro “La Contrada”, la Compagnia “In Scena”, l’Associazione musicale “Aurora Ensemble”, il Circolo culturale “Jacques Maritain” e l’Associazione Amici della Lirica “Giulio Viozzi”.
Ariella Reggio
Nata a Trieste, Ariella Reggio frequenta nella sua città la Scuola di Recitazione “Silvio D’Amico” (annessa al Teatro Nuovo diretto da Sergio D’Osmo). Entra in seguito a far parte dell’allora esistente compagnia di prosa della RAI, diretta da Ugo Amodeo.
Nel 1961 viene scritturata dal Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia per partecipare a un’edizione di “Arlecchino servitor di due padroni” di Carlo Goldoni e da allora, per numerosi anni, fa parte della compagnia del Teatro Stabile. Partecipa alla messinscena di svariati spettacoli sotto la direzione di registi quali Giuseppe Maffioli, Orazio Costa, Giovanni Poli, Francesco Macedonio, Sandro Bolchi, Furio Bordon e altri.
Si trasferisce quindi a Londra dove si ferma per parecchi anni, conducendo presso la BBC delle trasmissioni culturali sia radiofoniche che televisive. Ritornata in Italia lavora a Genova con il Teatro della Tosse diretto all’epoca da Lele Luzzati e Tonino Conte, e partecipa, nel maggio del 1970, all’allestimento di Santa Giovanna dei Macelli di Brecht, prodotto dal Piccolo Teatro di Milano e diretto da Giorgio Strehler.
Nel 1976 assieme a Orazio Bobbio, Lidia Braico e Francesco Macedonio fonda a Trieste il Teatro Popolare La Contrada e da allora innumerevoli sono le sue partecipazioni sia in testi brillanti che drammatici, in dialetto triestino e non, sotto la direzione di molti registi (Francesco Macedonio, Antonio Calenda, Patrick Rossi Gastaldi, Luisa Crismani, Elena Vitas, Alessandro Marinuzzi, Mario Licalsi ed altri).
Ha partecipato frequentemente al Festival dell’Operetta che si svolge ogni anno al Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, dove è stata diretta da Gino Landi, Roberto Croce, Filippo Crivelli, Massimo Scaglione. Ha preso recentemente parte all’opera La fille du regiment diretta da David Livermore.
Si ricordano inoltre alcune interpretazioni cinematografiche per la regia, fra gli altri, di Sandro Bolchi, Gianni Lepre e Mathieu Amalric. Nelle ultime stagioni ha preso parte, con Maria Amelia Monti e Antonio Catania, alla fortunata commedia di Natalia Ginzburg “Ti ho sposato per allegria”, per la regia di Valerio Binasco, (prodotto dallo Stabile di Firenze), ha ottenuto un ottimo successo personale nella prima edizione italiana del monologo “Mrs Rose” di Martin Sherman per la regia di Sabrina Morena.
Durante la stagione 2007-2008 ha interpretato la parte di Meg nello spettacolo “Il Compleanno” di Harold Pinter, prodotto dallo Stabile di Firenze e diretto da Fausto Paravidino, assieme a Paolo Zuccari, Giuseppe Battiston, e altri, spettacolo rappresentato anche al Teatro Quirino di Roma.
In Tv la vediamo partecipare a diverse fiction e film per la tv tra cui “Crimini 2” – Little Dream, per la regia di D. Marengo, Endemol Italia 2008, – “RIS 3”, – il film tv “Rebecca la prima moglie” per la regia di R. Milani – “Il giorno più bello” e il cortometraggio “Per Agnese”, prodotto da Maremetraggio, regia di M. Cappelli, – “Eravamo Quasi in cielo”, regia L.Calderone.
Per il cinema 2008 nel film “Si può fare” per la regia di Giulio Manfredonia.
Partecipa dal 2010 alla fiction “Tutti pazzi per amore” nel ruolo di zia Sofia, regia di R. Milani, e continua a collaborare ogni anno agli spettacoli teatrali prodotti dalla Contrada di Trieste. La scorsa estate ha partecipato a Roma alle riprese del nuovo film di Woody Allen “The bop decameron”.