Il Premio Internazionale dell’Operetta 2004

Il Premio Internazionale dell’Operetta 2003
Dicembre 13, 2012
Il Premio Internazionale dell’Operetta 2005
Dicembre 13, 2012

TRIESTE – 19 aprile 2005. Il popolare cantante e attore Johnny Dorelli è il vincitore del Premio Internazionale dell’Operetta 2004. Al vertice di una luminosa carriera di show-man a trecentosessanta gradi, il premio gli è stato consegnato martedì 19 aprile 2005, nella sala del ridotto “Victor de Sabata” del Teatro Verdi di Trieste.

 

Teatro, radio, televisione e cinema gli hanno assicurato da decenni l’entusiastica ammirazione delle folle, incantata dallo charme ineguagliabile della sua voce e della sua recitazione. Nato a Milano nel 1937 (il suo vero nome è Giorgio Guidi), Dorelli è stato ragazzo negli USA e al rientro si è subito avvicinato all’avanspettacolo con i fratelli Maggio. Nel 1957 il suo primo disco di successo, “Calipso Melody”, con centomila copie, ma il boom arriva poco dopo a Sanremo con il trionfo, assieme a Domenico Modugno con “Volare” e “Piove”, esteso a tutto il mondo. Alla televisione è subito intrattenitore delizioso con “Johnny 7” e lo spassoso personaggio di Dorelik, mentre “Uno scandalo per Lili” lo lancia nella commedia musicale. Nel ’68 il fortunato approdo nell’operetta, come conte Danilo, nella “Vedova allegra” con la Spaak e poi a teatro nel giallo “Aspettando Jo”. Qui nel ’70 ha un grande successo, anche al Rossetti di Trieste nel musical “Promesse, promesse” di Bacharach. Il suo raffinato ed amabile senso dell’umorismo non hanno rivali sia nel grottesco “Oplà noi ci ammazziamo” sia in “Canzonissima” con le Kessler o in “Teatro10” con Mina, ma l’affermazione planetaria porta la firma di Garinei & Giovannini e di Trovajoli con “Aggiungi un posto a tavola”, più operetta che musical, che dal ’74 ha infinite repliche anche a Londra. Il suo pretino moderno, armonico, simpatico e sportivo, alle prese con un novello diluvio universale entra nell’antologia dello spettacolo. Segue nel ’79 “Accendiamo la lampada” con Gloria Guida e poi una serie di farse inglesi: “Niente sesso siamo inglesi”, “Taxi a due piazze”, “Se devi dire una bugia dilla grossa”. Il successo di “Ma per fortuna che c’è la musica” e di “Bobby sa tutto” con la Goggi (pure ammirata al Rossetti) ne ribadiscono il comunicativo eclettismo, che raggiunge il virtuosismo nel “Vizietto” con Villaggio, nè vanno dimenticate le commedie all’italiana sullo schermo, da “Una sera ci incontrammo” a “Il cappotto di astrakan”. varietà, show e gare alla TV, compresa “Premiatissima” e la presentazione di Sanremo nel ’90, sono altre prove di inalterata popolarità, mentre “Cuore” e soprattutto “La coscienza di Zeno” del nostro Italo Svevo, dove emula Alberto Lionello alla TV, gli assicurano l’ammirazione della critica più esigente. Ma in questo dorato meriggio Dorelli non ha ancora finito di stupire ed infatti, dopo 15 anni, egli è tornato alla grande sulla scena musicale con un disco, , in cui rende omaggio, più bravo ed elegante che mai, a tutti i big del musical, da Gershwin a Weill, da Rodgers a Porter, e, mentre sta per uscire un suo nuovo film di Pupi Avati, si avvicina ancor di più a Trieste interpretando da par suo per il teatro La Contrada la commedia “I ragazzi irresistibili” di Simon, che sta girando per l’Italia tra vibranti consensi, in attesa di approdare al Cristallo. Premiare il carisma di Dorelli è un simbolo di fiducia nelle fortune della musa leggera.