Venerdì 12 Agosto 2011 alle ore 21.00 presso il PALAPREDIERI di PIANCAVALLO
Domenica 14 Agosto 2011 alle ore 21.00 presso il PIAZZALE DUOMO di GRIZZO di MONTEREALE VALCELLINA.
I PAPU hanno dato vita ad un’esilarante Cin-Ci-Là a Piancavallo e a Montereale Valcellina nel lungo weekend ferragostano. Organizzatori dell’iniziativa la Corale Polifonica di Montereale Valcellina e l’Associazione Internazionale dell’Operetta del Friuli Venezia Giulia che, con la collaborazione della Provincia di Pordenone e del Comune di Montereale Valcellina, hanno proposto al pubblico del pordenonese la famosissima operetta di Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato. A dirigerla il triestino Andrea Binetti, che nell’occasione ha vestito anche gli spassosi panni di Petit-gris; al suo fianco il m° Maurizio Baldin ha diretto l’orchestra e il coro, la corale appunto di Montereale, che nell’occasione non si accontenta di cantare ma in scena partecipa attivamente a tutte le vicissitudini dei principali protagonisti. Marzia Postogna, cantante e attrice triestina, è stata la soubrette, il ruolo della diva Cin-ci-là le calza a pennello dopo il successo personale riportato nel Festival dell’Operetta appena conclusosi a Trieste. La coppia di sposi, due giovani ingenui che però si cimentano in arie romantiche particolarmente impegnative, è stata interpretata dal tenore Daniele Gaspari (Ciclamino) e dal mezzosoprano Gabriela Thierry (Myosotis); i Papu, Andrea Appi e Ramiro Besa, hanno vestito i panni di Blum e Fon-Ki, cimentandosi in un dentro e fuori dalla storia pieno zeppo di comicissime gag.
Cin-ci-là è l’operetta in due atti, scritta da Carlo Lombardo sulle musiche di Virgilio Ranzato, più celebre realizzata dai due assieme: il primo musicista, librettista, impresario napoletano, il secondo celebre violinista veneziano. È soprattutto grazie a loro che il genere brillante dell’operetta diventò agli inizi del ‘900 veramente “italiano”. Oggi Cin-ci-là resta una delle operette più amate dal pubblico italiano e più rappresentate dalle compagnie di giro. Teatro di equivoci e di divertimento, un cocktail esplosivo, garanzia di colpi di scena, travolgenti duetti, scene appassionate e trovate brillanti.
Venne rappresentata per la prima volta nel 1925 al Teatro Dal Verme di Milano, è una fiaba esotica ambientata a Macao, favoloso paese dell’Estremo Oriente, scenario insolito per una vicenda che lascia trasparire una morale tutta europea e, vista oggi, bonariamente provinciale. Una favola assurda e divertente di una banalità scoraggiante, di un’illogicità disarmante, dove però si ride di cuore.
La giovane principessa, figlia di Fon-Ki, re di Macao, sta per sposarsi ed è triste perché deve abbandonare i sogni e i giochi della fanciullezza, durante la quale è stata curata dal fedele Blum.
Anche il suo promesso sposo Ciclamino, erede al trono di Corea, è triste per gli stessi motivi e si dimostra scarsamente entusiasta del matrimonio. A Macao c’è l’usanza che durante il periodo di fidanzamento di una principessa, il Ciun-ki-sin, ogni divertimento e ogni lavoro vengono sospesi fintanto che il matrimonio stesso non viene consumato, evento che è annunciato dal suono di un carillon. Questa volta la “quaresima” è destinata a durare a lungo, perché entrambi gli sposini non sanno assolutamente nulla sull’amore. L’arrivo da Parigi dell’attrice Cin-ci-là, in procinto di girare un film a Macao, cade a pennello: il Mandarino Fon-Ki pensa di affidare il Principe alle “cure esperte” della donna, ma giunge inaspettato, l’eterno spasimante Petit-gris, che per vendicarsi rivolge le sue attenzioni a Myosotis.
Ciclamino finirà tra le braccia di Cin-ci-là e Myosotis capirà l’importanza dell’amore grazie alle “spiegazioni” di Petit-gris. Suoneranno due carillon, ma lo scandalo sarà messo a tacere perché finalmente i due sposi saranno in grado di essere marito e moglie e il popolo di Macao potrà darsi alla pazza gioia dei festeggiamenti.